Presente nel catalogo Starboard SUP da ormai 3 anni e confermata anche per il nuovo anno, sia pure con alcuni shape modificati ma che non hanno comunque interessato la tavola oggetto di questo review, la linea di tavole dedicate al SUP Surfing Hypernut ha guadagnato una crescente popolarità fra i SUP Surfer per via della loro accessibilità accoppiata a prestazioni comunque di tutto rilievo. In passato abbiamo testato il modello 7’2’’X28’’X4.0’’@105L Brushed Carbon che, al netto del prezzo piuttosto elevato, ci aveva convinto totalmente sul piano delle performance. E’ ora la volta di quello che è il suo fratello minore l’Hypernut 6’10’’X26.5’’X3.8’’@91L, anch’essa testata nella declinazione Blue Carbon. Prima di addentrarci nel review, puntualizziamo che in realtà stiamo testando da tempo anche la versione ibrida Hypernut Foil della stessa tavola, realizzata nella tecnologia Carbon Balsa, evoluzione maggiormente eco-friendly della Brushed Carbon. A tal proposito, vale comunque la pena osservare che anche il modello Blue Carbon già si era potuto fregiare del logo “Eco Board”, assegnato dall’organizzazione non profit “Sustainable Surf”. A livello di shape le tavole sono assolutamente identiche ma ovviamente quest’ultima versione è dotata di una scassa Deep Tuttle per il Foil e di inserti per la doppia strap. Avendo già provato l’Hypernut Foil anche per il SUP Surfing, possiamo affermare che non vi è alcuna differenza significativa in termini di prestazioni con il modello 2017 non ibrido e quindi quanto segue si riferisce anche al modello 2018 e 2019. A costo di ripeterci, infatti,la linea degli Hypernut 2019 è stata rivista, sia in termini di modelli (ad esempio è da registrare l’uscita di produzione del modello più piccolo, vale a dire il 6’9’’X23’’) che di shape, che peraltro hanno interessato 5 dei modelli già in produzione. Non sorprendentemente la tavola oggetto di questo review è rimasta assolutamente immutata il che la conferma quindi in catalogo per il terzo anno consecutivo. Tornando al review, le caratteristiche tecniche della tavola sono riassunte di seguito.
Shape
Trattandosi sostanzialmente di un compact shape, l’outline dell’Hypernut 6’10’’ ricorda da vicino quello delle prime tavole da SUP ad aver introdotto questo canone progettuale, vale a dire le Tomo Vanguard. L’elemento distintivo di tali shape è rappresentato dalla prua mozza e quindi piuttosto larga. Essendolo di fatto anche la sezione di coda, ecco che quindi i rail risultano paralleli per gran parte della lunghezza della tavola. Le tavole Hypernut, comunque, aggiungono una caratteristica ansa situata a circa metà lunghezza verso prua. Brandizzata come “Inverted Nut Rail” da Starboard, si tratta della soluzione adottata un anno prima sulle tavole Nut. Essa si è rivelata estremamente funzionale in termini di miglioramento della manovrabilità, stabilità e grip di tali tavole al punto da spingere il produttore thailandese ad adottarla anche sui nuovi compact shape. Proprio tale caratteristica fa sì che il punto di massima larghezza di 26.5’’ (67,6 cm) sia spostato più indietro di quello delle tavole tradizionali, alcuni cm dietro la maniglia, per intenderci. La prua è naturalmente piuttosto larga e presenta comunque una caratteristica forma che ci ha portato a definirla “Diamond Nose”. La poppa, anch’essa piuttosto larga, è invece di tipo “Swallow Tail”, soluzione classica per shape “Parallel Rails”. Come l’outline, anche l’opera viva è piuttosto elaborata e presenta un profondo mono-concavo per quasi tutta la lunghezza della tavola. Esso lascia il posto ad un canale centrale a poppa, piuttosto profondo. Passando alla linea scoop-rocker, essa è nel complesso piuttosto veloce con un nose kick moderato ed un rocker davvero ridotto. I rail sono piuttosto scolpiti nella sezione di coda (abbastanza voluminosa) per ammorbidirsi verso metà lunghezza. In definitiva, lo shape dell’Hypernut 6’10’’ è estremamente elaborato ed interessante.
Caratteristiche
L’Hypernut 6’10’’X26.5’’ è disponibile nelle seguenti tecnologie: Wood e Blue Carbon (2017), Starlite e Carbon Balsa (2018), Stralite e Blue Carbon (2019). Come vi abbiamo anticipato, abbiamo testato la versione Blue Carbon (e Carbon Balsa nella versione Hypernut Foil). Tale tecnologia è del tutto simile alla ormai collaudatissima “Brushed Carbon”. La tavola è dunque prodotta in carbonio ultraleggero a doppio asse laminato su una struttura sandwich che comprende un foam impermeabile ad alta densità ed un nucleo a cella fusa. In teoria l’impiego di una tecnologia di questo tipo dovrebbe portare ad uno shape estremamente rigido, senza quelle doti di flex assolutamente richieste per assicurare al rider il miglior feedback dalla tavola nel SUP Surfing. Proprio per questo i tecnici Starboard hanno provveduto ad ottimizzare le trame del carbonio limitando dunque la rigidità dello shape. Il peso finale della tavola con pinne è limitato ad appena 5,6 Kg, di tutto rilievo per una SUP board di 91 Lt. Pur essendo piuttosto leggera la tavola è comunque caratterizzata da eccezionali doti di resistenza agli urti. Come nota negativa, va peraltro sottolineato il fatto che le parti della tavola realizzate in finish rosso sono soggette a piccole sverniciature in seguito ad urti. Per quanto riguarda gli accessori, la tavola è equipaggiata con una eccellente maniglia incavata dotata di cornice interna doppia in modo da facilitare la presa al paddle surfer anche con mani bagnate. Non solo, pur essendo caratterizzata da una coperta realizzata nel finish “Startouch”, che mai ci ha convinto del tutto, la tavola è dotata di un interessante deck pad basato sostanzialmente su tre parti di diversa consistenza e sagomatura. A poppa troviamo infatti un ottimo Tail Pad realizzato in EVA da 3 mm con bombatura centrale, importantissima per migliorare il grip nelle transizioni. Esso è seguito poi da una patch in EVA da 3 mm sagomato a pelle di coccodrillo che lascia poi il posto, su gran parte dell’area di stance, ad un pad tradizionale, anch’esso realizzato in EVA da 3 mm. Quest’ultimo è affiancato, verso prua, da un’altra piccola patch sagomata a pelle di coccodrillo, questa volta da 2 mm. Un set di pinne Quad di discreta qualità realizzate in honeycomb: 2 FCS Light Core frontali M4.7’’ e 2 FCS Light Core back fins M4.5’’ (3.7’’ nel caso del modello 2019) è fornito in bundle con la tavola. Riassumendo, l’Hypernut 6’10’’X26.5’’ Blue Carbon è realizzato nella migliore tecnologia disponibile che non è esagerato definire, al momento, come “Stato dell’arte”.
Prestazioni
Abbiamo testato l’Hypernuyt 6’10’’X26.5’’ sia nei beach break che reef break con onde che andavano da molto basse e disordinate ad alte, regolari e potenti, anche superiori ai 2,5 m.
Stabilità – La stabilità laterale è buona per paddle surfer leggeri, sufficiente per quelli di peso medio e, in base alla loro abilità, da quasi sufficiente a problematica per i paddler pesanti.
Row – Sebbene l’outline a rail paralleli garantisca una minore incidenza dell’effetto row, adottare una tecnica di pagaiata SUP shortboard è raccomandato anche ai paddle surfer di peso medio.
Takeoff – Molto buono, tanto da avvicinarsi alle doti di takeoff dell’Hypernut 7’2’’. L’Hypernut possiede infatti doti di accelerazione di tutto riguardo, anche su onde irregolari e poco potenti, grazie al lift creato dalla elaborata sezione di coda che è caratterizzata nell’opera viva, come abbiamo visto, dal profondo canale centrale e da un rocker minimale.
Ingavonamento – Può occasionalmente rappresentare un problema su onde molto ripide e potenti.
Carving – Come l’Hypernut 7’2’’ anche il modello più piccolo è una tavola estremamente camaleontica ed è quindi capace di adattarsi, mantenendo comunque prestazioni piuttosto elevate, ad un range di condizioni estremamente ampio. Tale shape riesce non solo ad assicurare, come abbiamo visto, una notevole accelerazione ma anche a mantenere una notevole velocità in tutte le fasi di surfata, il tutto senza perdite apprezzabili in termini di manovrabilità e di grip. Si tratta quindi di uno shape piuttosto vivace, veloce e che possiede doti di proiezione verticale di tutto rispetto. Sembrerebbe l’identikit di una tavola più stretta e meno voluminosa, di una pro SUP board, per intenderci. Ebbene, possiamo assicurarvi che l’Hypernut 6’10’’ si avvicina molto alle prestazioni di tavole del genere, non a caso le alternative a tale shape suggerite sul sito Starboard sono il Pro 7’7’’ ed il 7’4’’. Naturalmente una tavola Pro è comunque avvantaggiata in sezioni molto ripide e nelle transizioni Off the Top ma il fatto che l’Hypernut non sia così lontanto da uno shape del genere anche su tali versanti ne testimonia la bontà della ricercatezza del suo shape. A parte le doti di vivacità, accelerazione e velocità di surfata, l’Hypernut ci ha stupito anche per la sua morbidezza e nel velocissimo passaggio Rail to Rail e riteniamo che il particolarissimo disegno dell’outline, basato sul concetto di Inverted-Rail, giochi effettivamente un ruolo cruciale in tal senso. A tal proposito, va inoltre osservato che “pilotare” la tavola molto off the tail non è necessario in quanto essa si mantiene piuttosto manovrabile anche senza esercitare troppa pressione sulla sua poppa.
Superamento dei frangenti – Abbastanza facile soprattutto per paddler leggeri grazie alla prua piuttosto larga che, anche sulla schiuma, riesce a garantire una buona stabilità.
Superamento dei frangenti – Molto facile, soprattutto per paddler leggeri ai quali l’Hypernut offre una stabilissima piattaforma.
Nose riding – La prua piuttosto larga può consentire ai SUP surfer leggeri la possibilità di eseguire nose trick.
Target di impiego – La tavola si adatta idealmente a SUP surfer esperti alla ricerca di un quiver fatto di una sola SUP board.
Condizioni ideali – Come abbiamo visto, l’ Hypernut 6’10’’ è in grado di offrire un ottimale livello di performance da condizioni di onda bassa ed irregolare a quelle di onda formata pulita.
Suggerimenti – Con 7 tavole facenti parte del programma Hypernut, scegliere la “taglia” migliore a seconda delle caratteristiche fisiche e del livello di abilità del paddle surfer è essenziale. L’Hypernut 6’10’’ è una tavola destinata espressamente ai SUP surfer leggeri e di peso medio. Per trarre vantaggio dalle prestazioni della tavola, suggeriamo di sostituire le pinne di serie a favore di un set Quad S per i modelli 2017/18. A tal proposito, come accennato nella sezione “Costruzione e caratteristiche” va segnalato che tutti gli Hypernut 2019 sono dotati di pinne posteriori più piccole, da 3.7’’ invece di quelle da 4’5’’ che equipaggiavano i modelli precedenti. Ciò non può che farci piacere in quanto avevamo riscontrato comunque, anche nel caso dell’Hypernut 7’2’’X28’’, un notevole guadagno prestazionale derivante dall’adozione di pinne più piccole.
Conclusioni
Estremamente performante in condizioni diversissime, l’Hypernut 6’10’’X26.5’’ è una delle migliori tavole che abbiamo mai avuto modo di testare. Essa è in grado di conciliare doti di stabilità, tracking, velocità, grip e manovrabilità di tutto rispetto, arricchite peraltro da un feeling di surfata morbidissimo. A livello costruttivo la tecnologia Blue Carbon (Carbon Balsa) è senza discussione la migliore ed a livello di accessori la tavola non lascia nulla da desiderare. Le poche note negative riguardano il finish rosso, non proprio resistente alle abrasioni e soprattutto il prezzo elevato delle tavole Blue Carbon. Siamo peraltro certi che, data la bontà dello shape, anche le versioni più economiche realizzate nelle tecnologie Wood e Starlite siano in grado di soddisfare le esigenze del SUP surfer esigente e non dovrebbero essere così lontane, in termini prestazionali, dall’Hypernut 6’10’’X26.5’’ nella declinazione Blue Carbon.