Il lepidottero è altamente polifago e attacca moltissime piante; tra quelle da frutto ha una predilezione per il melo e il pero, ma non disdegna altri fruttiferi come: albicoccco, pesco, ciliegio, nespolo, vite, olivo, agrumi ecc.
Pure le piante ornamentali e forestali non sfuggono all’attacco del lepidottero che infesta faggi, querce, ippocastani, betulle, frassini, eucalipto, olmi, lillà, maonia, rose, ligustri ecc; le conifere rimangono esenti da queste infestazioni.
La Z. pyrina compie il ciclo in uno o due anni. I voli degli adulti avvengono nel mese di maggio e si prolungano sino a settembre.
I maschi, buoni volatori, compaiono prima delle femmine, che per la pesantezza dell’addome hanno difficoltà di volo. Nel breve periodo della loro vita (circa 2 settimane) non si nutrono.
Dopo un breve periodo dallo sfarfallamento, la femmina viene fecondata e depone le uova nelle screpolature della corteccia, nelle vecchie gallerie larvali o nei pali di sostegno.
Nel giro di 8 o 10 giorni depone sino ad un massimo di 2700 uova che si schiudono in 10-15 giorni. Dopo un periodo di immobilità di 1-3 giorni, le larve penetrano nella nervatura principale della foglia causandone l’avvizzimento.
La presenza del rodilegno è evidente per l’avvizzimento della vegetazione apicale, dal disseccamento dei rami e per la presenza di granuli rossastri (escrementi) che fuoriescono dai fori delle gallerie e che si ammucchiano alla base del tronco.
La difesa, che è particolarmente difficoltosa, si attua contro le larve con insetticidi sistemici ad alto potere citotropico per distruggerle nella fase iniziale della loro attività.
Buoni risultati danno i chitino-inibitori come Teflubenzuron dati nel periodo di volo e di deposizione delle uova.