Questa specie è causa di marciumi radicali di molte piante tra cui: fruttifere, forestali, olivi, viti, agrumi, arbustive e da fiore.
Il patogeno è diffuso in tutti i climi e a diverse temperature; lo si trova più frequentemente in terreni vecchi e ricchi di elementi nutritivi, nei nuovi impianti arborei fatti su terreni disboscati o contenenti residui vegetali.
La pianta affetta da Armillaria mellea dimostra uno stato di sofferenza, la vegetazione cresce stentata ed ha marcati sintomi di clorosi fogliare che può essere distribuita su tutta la chioma. Per potersi però assicurare che questi sintomi simili ad altre patologie siano dovute ad A. mellea, si deve scalzare il piede della pianta dove appaiono le sintomatologie tipiche del marciume.
La corteccia delle radici più grosse e una porzione del colletto assumono un colore bruno scuro; se la corteccia viene sollevata, si sente un forte odore di fungo e sono visibili placche feltrose-fibrose di colore bianco crema che rappresenta il micelio.
Al piede della pianta gia infetta da molto tempo appaiono, in gruppi ravvicinati, i corpi fruttiferi comunemente chiamati “famigliole buone” o “chiodini”. Contro questo tipo di marciume, la lotta è prevalentemente preventiva.
Si devono estirpare le piante maggiormente colpite cercando di rimuovere la maggior parte di radici; le buche dovranno rimanere aperte per fare in modo che il sole devitalizzi il micelio presente e prima della messa a dimora di un’altra pianta disinfettare la buca con calce o sali ferrosi e/o rameici.
Nei terreni dove è presente il patogeno si distribuisce Solfuro di carbonio iniettato in fori ad una profondità di 15-20 cm e distanti tra loro circa 50 cm; in ogni foro si inietteranno circa 60 gr. di prodotto.
Questo trattamento va eseguito in primavera avanzata quando le temperature sono più elevate. Delimitare i terreni di coltura con fossi, argini ecc. che impediscano circoscrivendo l’area infetta, la diffusione del patogeno; impiegare portinnesti resistenti; drenare il terreno per impedire i ristagni d’acqua; limitare le annaffiature nei terreni pesanti.